Un giovane che si immette nel mondo del lavoro incontra numerose difficoltà e potenziali percorsi da poter seguire, soprattutto quando si decide di lavorare con i social. Un settore in continua evoluzione, così come lo è il mondo della comunicazione.
Angela voleva fare la giornalista, poi il mondo del lavoro le ha richiesto competenze diverse: quelle che l’università non era più in grado di fornirle. Allora che fare?
Il digital diventa un’opportunità per reinventarsi, anche il lavoro.
———
Quando ami scrivere e devi confrontarti con il mondo del digital, puoi vedere dinanzi a te un grande ostacolo o una grande opportunità.
Se hai 30 anni nel 2020 e ti occupi di comunicazione, paradossalmente, hai già vissuto il momento in cui hai sentito l’esigenza di reinventarti lavorativamente.
Proprio perché il digital ha cambiato in pochi anni le carte in tavola. Chi era più grande, ci si è scontrato e ha dovuto adeguarsi, non senza remore e difficoltà. Le generazioni più giovani ci sono nate con i social. E noi 30enni?
Noi 30enni abbiamo dovuto reinventarci per forza. Ibridi tra ciò che ci avevano insegnato a scuola e all’università e ciò che il mondo del lavoro ci chiedeva e chiede ancora oggi.
Università e poi lavoro. Sì, ma che lavoro se tutto cambia?
Io ho studiato Lettere – Editoria e giornalismo all’Università perché volevo diventare una giornalista, quella con taccuino e penna che ero abituata a vedere in tv.
Ma quando ho iniziato il percorso universitario, il mondo della comunicazione aveva già iniziato a cambiare e anche in modo rapido. Tutto quello che stavo studiando sui libri non riuscivo a riconoscerlo più. Big Data, Data Journalism, Twitter come strumento per raccogliere e condividere notizie, stavano già diventando la normalità.
Per tenermi aggiornata, quindi, partecipavo ogni anno all’ “International Journalism Festival” di Perugia. Uno dei pochi appuntamenti in Italia dove, ancora oggi, il mondo del giornalismo e quello dell’innovazione digitale trovano un punto d’incontro reale.
Ed io, che guardavo l’evoluzione del giornalismo internazionale con gli occhi di una ragazza proveniente da una piccola città pugliese, sentivo l’esigenza di aggiornami, di stare al passo coi tempi.
Sempre in quegli anni, come è normale per molti, per pagarmi gli studi universitari facevo la cameriera. Ed è così che ho iniziato ad appassionarmi al mondo del food. Ma diventare giornalisti enogastronomici e non morire di fame, anziché vivere degustando e “criticando” le prelibatezze degli chef, non è proprio semplice.
Anche il mondo della comunicazione in ambito food stava adeguandosi, intanto, alle nuove regole della comunicazione.
Per cui, spinta dalla mia voglia di conoscere, ho deciso di provare a trasformare quella passione in lavoro.
Finita l’università sono partita alla volta di Milano, la “grande mela” italiana, per uno stage nel reparto comunicazione di un evento enogastronomico.
Live twitting, post su Facebook, piatti stellati dai nomi improponibili diventavano pian piano il mio “pane quotidiano”. Anche la ristorazione iniziava a farsi conoscere attraverso questi nuovi strumenti.
Ed è in quel momento che ho iniziato a capire che dovevo già “reinventarmi”. E, inconsciamente, lo stavo già facendo.
I miei studi universitari erano “obsoleti” per quel mondo e c’era davanti a me un ventaglio di opportunità che avrebbe potuto aprirsi se fossi stata disposta a “cambiare”.
Evolversi in un mercato del lavoro ibrido
Proprio perché mi sentivo “indietro” rispetto alle nuove competenze che il mondo del lavoro richiedeva, ho cercato di fare il più possibile esperienza, di imparare e studiare.
E allora vai di Master in Digital marketing grazie al quale, unendo la mia precedente passione per la scrittura, ho iniziato a lavorare come content creator e copywriter per eventi, siti e blog aziendali. Soprattutto nel settore food e hospitality.
Sono poi volata a Londra dove, durante la mia permanenza, ho potuto narrare la mia vita da expat grazie al blog tutto al femminile “Wondergirls”.
Una community di donne italiane sparse per il mondo che, ognuna a modo proprio, utilizzava questo canale per raccontarsi e raccontare.
Ancora una volta il mondo dei social e del digital si palesava come un’opportunità. Per farsi conoscere, per fare personal branding, ma anche per creare comunità. Permettendomi di adattare le mie competenze giornalistiche a quelle del web.
Tornata in Italia ho fatto uno stage come content creator per un noto blog aziendale in ambito food. Qui ho compreso come un lungo lavoro di blogging poteva determinare e influire il posizionamento di un prodotto nel mercato.
Trovare vicino ciò che si era cercato lontano
Reinventarsi, quindi, era stato necessario, ma anche la scelta giusta da fare.
Imparare a utilizzare quelle competenze pre-acquisite per un altro obiettivo. Senza distorcere la mia natura.
Il mercato del lavoro mi chiedeva, infatti, nuove specializzazioni. Nel frattempo, però, mi permetteva di usare le mie competenze di base come background da cui poter partire. Una trasversalità oggi all’ordine del giorno e che sta determinando la nascita di numerose figure professionali ibride. Come la mia, del resto.
Di base, comunque, resto ancora una “romanticona” nella scrittura. Ma oggi, che devo lavorare su obiettivi più strategici, necessito di strumenti capaci di strutturare una comunicazione efficace.
Non si tratta più solo di raccontare un fatto, come quando studiavo giornalismo. L’animo romantico ha bisogno di organizzazione e di uno strumento per farlo.
Di piattaforme per gestire contenuti ce ne sono molte.
Ma, diciamocela tutta: io lavoro e vivo in Italia e avere la possibilità di utilizzare uno strumento sviluppato da miei concittadini è una grande soddisfazione. PostPickr ha fatto sì che, senza più andare lontano, io potessi avere uno strumento aggiornato a mia disposizione per organizzare quei contenuti.
Bisogna crederci, semplicemente. E imparare a vedere gli ostacoli dinanzi a sé come delle opportunità. Lo vedo nel modo in cui questa piattaforma si evolve, si adatta alle esigenze lavorative di chi, come me, la utilizza. Cresce e aggiunge funzionalità, come io avevo sentito e sento l’esigenza di imparare cose nuove. Ma questa volta stando qui, in Puglia, dove alla fine sono tornata anche io.
Ogni tanto non bisogna necessariamente andare lontano per trovare ciò di cui si ha bisogno!