Secondo LinkedIn Italia, il Social Media Manager rientra tra le figure professionali più richieste dalle aziende (e lo sarà ancora di più nel prossimo futuro).

Close up of businessman touching icon of media screen

Socialmedia… cosa?

Tra le conversazioni degli addetti – a vario titolo – ai social media, girano due principali, ricorrenti suggestioni, entrambe riferite al modo in cui le loro figure professionali vengono percepite dai non addetti ai lavori.

La prima riguarda il mito del cuggino, ovvero la propensione da parte dei committenti a ridurre e svalutare la complessità della gestione dei social media (queste cose le potrebbe fare anche mio cuggino che smanetta tutto il giorno su Facebook, ad un decimo del costo).

La seconda è originata dalla difficoltà nell’orientarsi tra le numerose specializzazioni che si sono sviluppate in questo settore, con annesse terminologie: social media manager, editor, specialist, strategist, consultant, expert, analyst, etc., che finiscono per essere riassunti nell’immaginario collettivo con il temine socialmediacoso.

Su questo termine qualcuno ci ha intelligentemente costruito un brand personale, altri l’hanno usato per identificare un network di professionisti, sta di fatto che queste suggestioni danno la misura di un settore fluido ed in continua evoluzione.

Probabilmente «Social Media Manager» (abbreviato con SMM) è il termine più corretto per rappresentare questa figura. Rocco Iannalfo, nel suo ottimo articolo su Ninja Marketing, offre un’efficace descrizione di questo ruolo:

la figura del SMM è deputata a gestire la comunicazione delle aziende e dei personaggi pubblici sui social network: partecipa alla stesura del Communication Plan aziendale dicendo la sua per tutto ciò che gli compete: scelta delle piattaforme social, pianificazione strategica dei contenuti, advertising, budgeting e misurazione delle attività svolte.

[…]

In una grande azienda o nelle agenzie di comunicazione lavora insieme ad altre figure quali i copy, gli art director e gli account manager. Ma nelle piccole e medie imprese spesso un solo professionista, quasi sempre un freelance, cura tutti gli aspetti dalla pianificazione strategica alla creazione dei post; dalla moderazione della community alle attività di advertising.

Da un lato abbiamo quindi un’inedita figura professionale a cui si richiedono competenze orizzontali, creative, complesse e non lineari. Dall’altro un tessuto produttivo costituito al 90% da micro e piccole imprese, affette da un atavico deficit di cultura digitale.

Qualcosa sta per cambiare

All’orizzonte però si intravedono importanti segnali che vanno nella direzione di una maggior consapevolezza e riconoscimento dell’importanza di questa figura.

Un probabile fattore scatenante sarà costituito dall’avvento della cosiddetta Industria 4.0 e dal profondo impatto che avrà sul mercato del lavoro.

Se da un lato abbiamo milioni di lavoratori che nei prossimi decenni rischieranno di essere sostituiti dalle macchine, dall’altro si stanno creando nuove opportunità per professioni che richiedono creativitàcapacità di analisi, attività che i computer sono ancora ben lontani dal poter eseguire.

Lo assicura a StartupItalia Marcello Albergoni, Head di LinkedIn Italia:

«La creatività e l’esperienza non sono skill qualitativi che i robot possono avere e, inoltre, sono anche alcuni degli elementi più importanti che devono essere presenti in un team di lavoro.

[…]

Abbiamo potuto notare come gli skill legati al mondo finanziario, legale, marketing e comunicazione siano quelli con il maggior numero di richieste nell’ultimo anno».

E nell’elenco degli ambiti professionali più richiesti spunta al secondo posto proprio la gestione della comunicazione sui social media.

Laura Colombo, ceo di Etass, sostiene che il cambiamento più sostanziale è stato influenzato dal modo di comunicare sui social media, che ha dato vita a nuove figure professionali quali appunto il social media manager.

In attesa che suggestioni come quella cuggino o del socialmediacoso vadano definitivamente in soffitta, è importante che gli addetti mantengano alta l’asticella della preparazione, per farsi trovare pronti e competere al meglio.

Accanto ad una solida formazione di base (meglio lato marketing se si lavora con brand o aziende) bisogna anche dimostrare familiarità con strumenti innovativi che possono migliorare l’efficienza e l’efficacia delle proprie performance e che non potranno mancare nella personale cassetta degli attrezzi.

Non tutte le automazioni vengono per nuocere

Dal punto di vista operativo, il lavoro del Social Media Manager è parecchio impegnativo e time-consuming, a maggior ragione nei casi in cui viene svolto da un unico soggetto, che ricopre sia la parte strategica che operativa del processo.

In questi casi, strumenti di marketing automation come il nostro PostPickr possono risultare un valido alleato nella complessa attività di gestione dei social media.

Postpickr, il miglior alleato del Social Media Manager

 

PostPickr è appunto un assistente virtuale, efficiente e smart, a cui delegare la parte più operativa e improduttiva della routine lavorativa.

È un’applicazione web, fruibile anche in mobilità, che racchiude in un’unica cabina di regia tutte le funzionalità utili per l’esecuzione di un social medial plan: dalla gestione contemporanea di più social network alla pianificazione delle pubblicazioni, dalla gestione e cura dei contenuti fino alla misurazione dei risultati raggiunti, passando per il monitoraggio e la moderazione delle varie community. 

Grazie all’uso di questi strumenti, il professionista può risparmiare fino al 70% del tempo necessario, che potrà invece impiegare per svolgere attività più creative, relazionali e analitiche.

La rivoluzione è probabilmente dietro l’angolo, meglio attrezzarsi in tempo!


 

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