I mesi di luglio e agosto sono quelli in cui, solitamente, facciamo le valigie. Iniziamo a prefigurare la tanto agognata vacanza estiva e prepariamo i nostri messaggi di risposta automatica, in inglese i cosiddetti out-of-office. Ma questo è un anno diverso dagli altri.

In America, durante la settimana delle vacanze del 4 luglio (storicamente uno dei periodi più trafficati) si sono registrati 2,8 milioni di viaggi in meno rispetto allo scorso anno, segnando l’inizio della prima crisi nel settore in più di un decennio.

Secondo un articolo del blog ufficiale di LinkedIn, molti professionisti stanno rinunciando alle vacanze, e non solo per l’estate: quasi il 70% di essi ha dichiarato di non aver pianificato una vacanza – o di non essere ancora sicuri di farne una – per il resto dell’anno.

Inoltre, il diritto ad avere ferie annuali retribuite sta diventando un requisito sempre meno importante nella ricerca di un nuovo lavoro. Solo la metà dei professionisti (con un calo del 20% rispetto allo scorso anno) dichiara che rifiuterebbe un lavoro se i giorni di ferie retribuiti concessi fossero inferiori alle aspettative.

Questo potrebbe essere dovuto al fatto che molti sono preoccupati in merito alla propria stabilità lavorativa, oltre al fatto che solo 1/3 un terzo dei lavoratori ha intenzione di utilizzare le ferie a disposizione quest’anno.

Eppure stiamo rinunciando a godere del tempo libero proprio nel momento in cui ne avremmo più bisogno.

Molti stanno andando incontro ad una sindrome da burnout e ora sono stressati non solo a lavoro, ma anche a casa.

Il tempo libero è fondamentale: serve a resettarci e ricaricarci, migliorando l’umore, incrementando energia e produttività. Quel tempo di cui ciascuno di noi ha disperatamente bisogno, soprattutto quest’anno.

Blair Heitmann, autrice del Blog di LinkedIn, ci fornisce alcuni spunti utili per capire come prenderci tempo per noi stessi:

 

La programmazione è tutto

Ovvero pianificare il proprio lavoro e quello dei propri collaboratori mentre si è in vacanza. Può succedere (e non è un’ utopia) di essere tutti contemporaneamente in vacanza: in tal caso, chi resta a risolvere le incombenze quotidiane? Pianifichiamo quindi le nostre vacanze in modo che non si accavallino a quelle dei nostri colleghi, per essere sicuri di staccare veramente la spina durante il tempo libero.

 

Sentiamoci liberi di chiedere una vacanza

Il tempo libero è un diritto, oltre che un dovere nei confronti di se stessi. Spiegare al nostro capo le motivazioni reali ed i benefici che entrambi potremo trarne, anche in termini di produttività, ci aiuterà a persuaderlo.

 

Troviamo un sostituto

Cerchiamo un collega disponibile a sostituirci mentre siamo in vacanza. Inseriamo le sue informazioni di contatto nel nostro messaggio di “out-of-office”, anziché invitare i clienti a contattarci “solo in caso di urgenza”. Ovviamente dovremo essere in grado di ricambiare il favore quando ad essere in vacanza sarà il nostro collega.

 

Stacchiamo per davvero

Cerchiamo di disintossicarci dal mondo digital. Evitiamo ad esempio di tenere il telefono nella stessa stanza in cui dormiamo, teniamolo spento il più possibile e limitiamo la frequenza con cui controlliamo le notifiche.

 

Impostiamo degli slot per supervisionare il lavoro

Se ci preoccupiamo costantemente di come starà andando il lavoro in nostra assenza, non riusciremo mai a staccare del tutto. Diamo quindi, a noi stessi ed agli altri, delle regole.

Qual è il momento migliore della giornata per controllare le mail? Preferiamo ricevere un sms se dovesse esserci un’urgenza? Individuiamo delle linee guida ottimali e comunichiamole ai colleghi.

Infine, disattiviamo le notifiche e spostiamo tutte le app legate al lavoro in un’unica cartella “nascosta” del telefono, a cui sarà quindi più difficile accedervi automaticamente.

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