Ecco in che modo questa impostazione delle Ads influisce sulla spesa pubblicitaria

Da diversi anni, ormai, Facebook è stabilmente il social network più popolare del mondo. Anche in Italia i numeri premiano la creatura di Mark Zuckerberg con il primato nella classifica dei social media più utilizzati e – non a caso – tantissime aziende e professionisti lo usano per promuovere il proprio business.

La pubblicità su Facebook è cambiata rispetto al passato e la ragione principale è il sistema delle campagne CBO. Nelle prossime righe scoprirai cosa sono queste campagne, cosa hanno cambiato rispetto al passato e quali sono i pro e contro di questo sistema.

 

Cosa sono le campagne CBO

 

Cosa sono le campagne CBO

Al di là delle attività che puntano sulla diffusione dei contenuti organici, in una strategia gestionale di Facebook non possono mancare le Facebook Ads. Da qualche anno la pubblicità su questo social network è cambiata, in particolare nella gestione del budget che un utente può investire in una o più inserzioni. Allo stato attuale, le uniche campagne di advertising disponibili su Facebook sono le cosiddette CBO. Questa sigla deriva dalla dicitura Campaign Budget Optimization, nata per definire una tipologia di campagne che inizialmente rappresentava un’alternativa a quelle classiche.

La caratteristica che contraddistingue le campagne CBO è la gestione automatica del budget da parte dell’algoritmo di Facebook, che stabilisce autonomamente come distribuire l’investimento dell’utente. Tuttavia, affinché tu possa comprendere appieno il funzionamento delle campagne CBO è doveroso fare un salto nel passato e confrontare questa tipologia di gestione del budget con quella di qualche anno fa.

Leggi anche: Come fare pubblicità su Facebook: 5 consigli che funzionano (sul serio)

 

Cosa cambia tra le campagne CBO e quelle tradizionali

Nelle campagne pubblicitarie su Facebook possono essere inclusi diversi gruppi di inserzioni, ognuno dei quali in passato veniva gestito singolarmente dall’amministratore di una pagina. In che senso? Beh, che era possibile impostare un budget per ogni gruppo di Ads. Ad esempio, se per un dato obiettivo veniva avviata una campagna pubblicitaria che comprendesse 3 gruppi di inserzioni, l’utente era libero di destinare a ognuno di essi un budget, magari 20 € al primo, 20 € al secondo e 20 € al terzo.

Ovviamente stava al gestore della campagna monitorare i risultati e intervenire qualora fosse necessario, ma l’aspetto positivo era la completa padronanza sulla quantità di risorse economiche da destinare a ogni singolo annuncio.

Ora le campagne CBO hanno tolto questa autonomia poiché non è possibile impostare un budget per ogni gruppo di inserzioni. L’importo da investire viene assegnato alla campagna ed è Facebook a distribuirlo ai singoli gruppi di inserzioni in base alle performance. La finalità di questo sistema è ottimizzare le campagne destinando maggiori risorse agli annunci che fin da subito mostrano buoni risultati. Di contro, a perdere è l’autonomia del gestore della pagina o del marketer che si occupa dell’advertising. 

L’impossibilità di avere il controllo totale sulle campagne penalizza le persone più esperte che negli anni hanno elaborato sistemi rodati. Tuttavia, nonostante questo effetto collaterale, le campagne CBO hanno aiutato molti inserzionisti a spendere meglio i soldi destinati alla pubblicità.

Ok, ma se io volessi avere maggiore controllo sui miei annunci? Esiste un modo per bypassare questo limite delle campagne CBO?

Fortunatamente sì, e nel prossimo paragrafo scoprirai qual è.

 

Marketing e conversioni su Facebook

 

Come mantenere il controllo sulla distribuzione del budget per le tue campagne di marketing su Facebook

È vero: in molti casi avere un algoritmo che lavora per te e distribuisce il tuo budget in base alle inserzioni con le performance migliori fa comodo. Tuttavia, esistono situazioni in cui questo sistema può risultare penalizzante. Prendiamo come esempio una campagna che include inserzioni rivolte a un pubblico caldo e altre a un pubblico freddo: è logico che le caratteristiche degli utenti target incidano in maniera sostanziale sui risultati e conseguentemente sulla distribuzione del budget da parte dell’algoritmo.

Se un inserzionista vuole impedire a un’inserzione di ‘mangiarsi’ il grosso del budget a discapito delle altre ha a disposizione un’unica scelta: creare campagne che includano una sola inserzione. In questo modo il budget impostato verrà distribuito per forza di cose in maniera equilibrata.

Un esempio? Facciamo finta che tu voglia avviare una campagna con 2 inserzioni rivolte a clienti freddi (che chiameremo ‘inserzione A’ e ‘inserzione B’) e una rivolta a clienti caldi (inserzione C). Includendo questi annunci in un’unica campagna il rischio reale è che l’inserzione C ottenga risultati migliori (poiché destinata a persone che ti conoscono e ti seguono già) e, di conseguenza, monopolizzi il budget penalizzando le altre due. Al contrario, creando una campagna per ogni singolo annuncio avrai la certezza che il budget venga suddiviso equamente.

Il prezzo da pagare è una gestione più complicata del lavoro a causa di un numero di campagne molto più alto, ma questo non sarà certo un problema se utilizzi un social media manager tool funzionale e intuitivo.

Leggi anche: ROAS e Facebook Ads: come calcolarlo e come migliorare questo parametro

 

In conclusione

Una piattaforma per la gestione dei social ti consentirà sia di condurre le tue campagne a pagamento sia di portare avanti una strategia organica in modo più rapido e semplice, non solo su Facebook ma anche sugli altri social network che utilizzi per il tuo business.

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