C’è vita su Google+?

In occasione dell’annuncio della tanto attesa integrazione di Google+ in PostPickr, non potevamo non affrontare questo argomento, ancora oggetto di discussione (e per certi versi dileggio) nella comunità dei marketers e dei professionisti della comunicazione sui social.

Facciamo subito un’ammissione di colpa: complice la disillusione causata dalla vicenda pregressa con Google, noi stessi ci siamo “disinteressati” alle evoluzioni e alle nuove (e vecchie) possibilità che questo ambiente offre come canale di comunicazione e marketing.

L’inaspettata possibilità di integrare Google+ in PostPickr ci ha però spinto a fare una ricognizione sul campo, per valutarne lo stato dell’arte e capire se valga la pena, ancora oggi, investire tempo ed attenzione in questa piattaforma.

Lo sapevate? Google+ non è (più) un Social Network

 

 

È evidente che nel corso del tempo siano stati commessi diversi errori nella progettazione della piattaforma Google+.

L’insistenza iniziale nel voler integrare questo social ovunque, è apparsa come un tentativo di Google volto ad acquisire più utenti possibili, piuttosto che a migliorare il prodotto.

Funzionalità come le Cerchie si sono rivelate troppo complicate e la possibilità di “categorizzare” le persone è apparsa probabilmente strana per la maggior parte degli utenti.

A differenza di Facebook, Twitter e LinkedIn inoltre, Google ha limitato l’accesso al servizio API alla maggior parte degli sviluppatori esterni, nel tentativo di preservare la “purezza” tecnologica e concettuale della piattaforma (e di questo ne siamo stati vittime/testimoni diretti).

Ad un certo punto, Google si è resa conto di non riuscire a sottrarre utenti a Facebook, Twitter e gli altri social, e soprattutto, che non bastava più essere semplicemente un Social Network.

Ha trasformato quindi Google+ in uno strumento di scoperta e aggregazione intorno a contenuti di qualità.

Cosa è cambiato?

Dal 2015 in poi, Google ha iniziato lentamente a riprogettare Google+, migliorandone il design e semplificando l’esperienza d’uso complessiva.

Con il potenziamento delle Community e l’introduzione delle Raccolte (o Collections), Google+ ha cercato di riposizionarsi in modo chiaro e distintivo rispetto agli altri social media, ponendo al centro di tutto l’interesse e la passione verso i contenuti:

Ha smesso quindi di inseguire i concorrenti in termini di pura crescita degli utenti, concentrandosi invece sulla sua base attiva, cercando di apportare miglioramenti concreti che potessero soddisfare l’esperienza d’uso della maggior parte degli utenti della piattaforma.

“With this latest round of updates, we believe the new Google+ is really your Google+ – designed around your suggestions, requests and needs.

Il vero cambiamento quindi, sta nel modo in cui le persone lo usano. Mentre su Facebook si condivide di tutto, dalle news agli aggiornamenti sulla vita quotidiana, su Google+ i contenuti sono sempre concentrati su particolari argomenti ed interessi.

 

I numeri che contano

Che Google+ detenga una quota di mercato inferiore alla maggior parte degli altri social network è ampiamente risaputo. Ma il dato interessante, è che i suoi utenti attivi la classificano costantemente più in alto rispetto alle altre piattaforme.

In un recente sondaggio svolto dall’American Consumer Satisfaction Index su 180.000 utenti, Google+ ha ottenuto il satisfaction rating più alto in assoluto, pari a 81/100 (contro il 68/100 ottenuto da Facebook, per capirci).

Con una quota così piccola del mercato ed una così alta percentuale di utenti soddisfatti, Google+ rappresenta un nicchia preziosa, che potrebbe offrire opportunità per determinati segmenti di utilizzatori, ed un vantaggio competitivo rispetto a chi semplicemente non vi ha accesso.

Ancora una volta, la parola chiave è qualità, piuttosto che quantità.

Local SEO e Google My Business

Il dibattito sul posizionamento organico dei post di G+ nelle ricerche di Google, anima da tempo la comunità degli esperti, senza che si sia giunti ad una risposta chiara e definitiva (anche se la maggioranza tende a sposare la tesi del sì).

Ma è sul fronte del Local Marketing che la partita sta per cambiare.

Con la recente riorganizzazione delle pagine My Business all’interno dell’ecosistema G+, Google ha realizzato davvero un ottimo strumento, gratuito, per aziende ed attività commerciali che offrono servizi a livello locale.

Vi sarete sicuramente imbattuti nelle “Schede Local”, che compaiono nei risultati di Google quando si eseguono ricerche legate ad un brand:

 

 

Le schede contengono foto, descrizioni e recensioni di aziende locali che corrispondono ai criteri di ricerca. Gli amministratori possono pubblicare post con foto, video e call to action, offerte, eventi, nonché rispondere alle recensioni degli utenti, visualizzare le statistiche, e molto altro.

Com’è intuibile, i contenuti generati o condivisi tramite Google My Business hanno la precedenza sui contenuti di altri siti web, assicurando un vantaggio competitivo enorme alle aziende con un profilo attivo e curato.

Per sapere come attivare e gestire al meglio la presenza in My Business vi consigliamo la lettura di questa completa ed esauriente guida, redatta da Salvatore Russo, uno dei massimi conoscitori e divulgatori della piattaforma Google+.

Ma c’è un’altra buona notizia: Google ha aperto la possibilità di poter gestire le schede My Business attraverso tool esterni, mettendo a disposizione degli sviluppatori un’ampia gamma di funzionalità.

Inutile dirvi che come PostPickr ci siamo già attivati per richiedere l’accesso API alla piattaforma, speriamo di darvi presto buone notizie!

Nuove Funzionalità

Google+ è sempre stata una piattaforma particolarmente amata dai fotografi, e vanta tutt’oggi un numero consistente di community fotografiche attive.

Non a caso, le immagini costituiscono la gran parte dei contenuti organizzati attraverso le Raccolte, e Google ha lavorato all’integrazione con la piattaforma Google Photo, introducendo ad esempio la tecnologia RAISR e funzionalità come “Image Zoom” e “Image Compression”, che migliorano la qualità dell’immagine consumando meno larghezza di banda.

E quindi, vale la pena investire tempo ed energie su Google+?

Alla luce di quanto esposto, parrebbe proprio di sì, perlomeno per particolari segmenti di aziende e professionisti.

Inoltre, la crescente disaffezione degli utenti verso Facebook (ulteriormente alimentata dallo scandalo Cambridge Analytica), potrebbe indurre a riconsiderare l’utilizzo di Google+ come canale alternativo/integrativo sui cui veicolare i propri contenuti.

E se temente di non trovare il tempo da allocare per la gestione, beh, vi ricordiamo che c’è sempre un Social Media Assistant su cui poter contare, che vi farà risparmiare fino al 70% del tempo necessario.

Collegate oggi stesso i vostri account a PostPickr, create le vostre Raccolte, e riprendete a comunicare su Google+, cercando di declinare la strategia editoriale in base alle caratteristiche e ai punti di forza della piattaforma.

Potrebbe davvero valerne la pena ;)

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